Faustino Piardi
PIARDI FAUSTINO
nasce a PEZZAZE V.T. il 30 Agosto 1916 da GIOVANNI MARIA e
da MARGHERITA BONTACCHIO. La fanciullezza rispecchia quella
del tempo (scuola quanto basta,terza elementare e tanto lavoro,
contadino), casi come l’adolescenza e la giovinezza.
Allegro e gioviale socializza facilmente e si diverte con
gli amici. Ma i tempi sono duri e l’ITALIA passa da
una guerra all’altra.
Primi anni '50, ... a partire da sinistra: Gian Piero
(1942),
papà che scherza con mamma Piera, Liliana, Giuseppe
e parzialmente girata Renata.
Nel riquadro mi pare bello l’orgoglio di Faustino con
la secondogenita Liliana.
(A cura di Gian Piero Piardi)
Chiamato alle armi il 10 maggio 1937 é
arruolato nel 6° Reggimento Alpini, battaglione VESTONE, 53a
compagnia il 16 maggio 1937 e quindi mandato in congedo illimitato
al termine della ferma il 23 agosto 1938. Una breve pausa.
...ed é richiamato alle armi il 4 settembre 1939 e
dopo un anno circa di brevi licenze e di periodi di ferma,
parte per l’ALBANIA il 12 dicembre 1940. Rientrerà
in Italia il 10 luglio 1941.
L’11 novembre 1941 é un bel giorno e FAUSTINO
convola a giuste nozze con PIERINA GALLIA di MARMENTINO ma
non c’é molto tempo né per la luna di
miele né per assaporare la gioia del la famiglia appena
costituita. Il 10 maggio 1942 è mobilitato con il battaglione
VESTONE e il 31 luglio 1942 parte per la RUSSIA a far parte
dell’Armata I.R. e vi giunge 18 agosto.
Il 17 marzo 1943 viene rimpatriato con i pochi sopravissuti
alla tragica ritirata e giunge al TARVISIO con la Compagnia
Comando del Vestone. Ma i guai non sono finiti.
Il 9 settembre 1943 viene fatto prigioniero dai Tedeschi e
internato in Germania (Dresda) dove resterà fino all’8
maggio 1945. Il congedo illimitato arriverà il 3 settembre
1945.
Fra servizio di leva e missioni belliche e prigionia ha dato
alla Patria otto anni della sua vita e quando, finalmente,
può tornare a casa, ad attenderlo trova altri combattimenti
di natura esistenziale: la sua vita e quella della sua famiglia
che nel frattempo é cresciuta perché il 18 settembre
1942 é arrivato il primogenito, Gian Pietro.
Ora c’é bisogno di lavorare. Dopo essersi guardato
attorno e aver bruciato qualche speranza sulla parola o sull’interessamento
di qualche amico, per risolvere il problema deve rimettersi
l’anima in spalla ed emigrare.
Tenta l’emigrazione clandestina in Francia dove ha sentito
dire che cercano operai, ma i frontalieri vigilano e dal Moncenisio
lo riaccompagnano a Susa, la città italiana più
vicina. In attesa di tempi migliori fa buon viso a cattiva
sorte e comincia con l’accettare alcuni lavori saltuari...poi
una prima esperienza nelle Acciaierie ASSA e finalmente la
IMP che sta per Industrie Metallurgiche Piemontesi anche se
i proprietari sono lombardi , la famiglia lecchese degli ALDE’;
sopratutto, lo stabilimento é diretto da due bresciani,
i fratelli Ognibene e Giuseppe Cristini. Per Faustino é
un po’ come tornare a casa, non pensa più alla
Francia e decide di fare il pane con la farina che ha.
Alla fine dell’aprile lo raggiungono la moglie che è
di nuovo in dolce attesa con il figlioletto Gian Pietro. Il
tempo di arrivare e in famiglia si diventa in quattro:il 2
maggio 1946 nasce Liliana la secondogenita e nel breve spazio
di tre anni, arriveranno Giuseppe (terzogenito) il 19 settembre
1947 e il 14 febbraio 1949 Renata completerà il nucleo
familiare.
In casa di Faustino e Pierina non c’è davvero
da scherzare, la famiglia è cresciuta ma per il momento
si tratta solo di bocche da sfamare e frugoletti da vestire
e da mandare a scuola o all’asilo. Lo stipendio della
IMP non basta più e per Faustino e per la sua sposa
questi sono anni di sacrifici e di lavoro senza sosta.
Rispunta qui l’animo contadino di Faustino. Trova casa
in campagna dove ci sia anche un po’ di terra da lavorare,
un angolo per il pollaio e la stalla per una mucca. Non troppo
lontano da Susa dove ci sono tutti i servizi, dalla scuola
all’ospedale,ma comunque fuori città e trova
al caso in quel di Meana di Susa. E’ proprio vero il
proverbio che dice:-” aiutati che il ciel ti aiuta”.
Nel pollaio ci sono le uova che barattate al vicino negozio
danno pasta e farina da polenta. In campagna la verdura abbonda
e quella più bella la si cede in cambio di altro e
così si fa con l’uva bianca del pergolato. La
mucca assicura la scodella del latte e il condimento e, i
figli vedono e imparano a non sprecare nulla. In questo é
solerte maestra la sua sposa, la buona Pierina che è
sempre in movimento. Inoltre, in fabbrica Faustino lavora
con molta gente del posto che essendo contadina ha sempre
bisogno di una mano. Allora la giornata viene ritmata da un
lavoro senza sosta: la notte in fabbrica, il giorno a falciare
fieno o a preparare il terreno per le viti, o a tagliare la
legna e tutte quelle attività che danno un po’
di respiro all’economia familiare.
Nel 1952 gli viene riconosciuto il diritto ad avere un alloggio
di edilizia popolare in città ed è un nuovo
trasloco poi...quando la vita pare incamminarsi sui binari
di una certa tranquillità e regolarità, ancora
problemi e molto seri.
Nel 1957 Susa è allagata dai due torrenti, il Dora
Riparia e il Cenischia. Il Cenischia arriva alla Dora Riparia
passando proprio sotto lo stabilimento della IMP e i detriti
che ha portato a valle rischiano di dividerlo in due. La generosità
di Faustino lo rimette in prima linea. Si fa calare legato
ad una fune metallica per liberare il torrente dal tronco
di un albero. L’operazione per quanto rischiosa si risolve
bene solo che Faustino si punge con la corda metallica e l’iniezione
antitetanica cui deve sottoporsi si rivela fatale e scatena
una reazione incontrollata. Comincia il suo lungo calvario
da un ospedale all’altro.Le vitacce della vita militare
e il molto lavoro hanno minato la sua forte fibra e rivelano
una malattia irreversibile. Ma la volontà è
forte come quella di un Valtromplino e non cede nè
al male nè ai limiti che questi impone alla sua vita.
Nei rari momenti di relativa tranquillità è
ancora la famiglia il suo pensiero e pur costretto ad un lavoro
più leggero,diventerà prima giardiniere pubblico
e poi addirittura cicerone e accompagnatore ai monumenti della
città. Aiutato e supportato dalla sua sposa che prima
lo sostituisce nello stabilimento e che poi farà l’infermiera
notturna in ospedale si prodiga perché i suoi figli
possano avere un domani migliore, tira l’anima con i
denti e guarda al futuro con caparbia volontà.Un fu
turo che purtroppo chiude la sua vicenda terrena a soli 48
anni. E’ la notte del 17 ottobre 1964. Il suo figlio
maggiore ha 22 anni ed ha iniziato gli studi di teologia.
L’ultimogenita é solo quindicenne.
La famiglia è stato l’unico suo pensiero fino
alla fine ed alla sua famiglia ha lasciato il prezioso retaggio
di una fede semplice, di un affetto sincero e di una laboriosità
operosa.
Faustino Bortolo di Mafé (1916) a destra e COSCRITTI
di Pezzaze a sinistra classe 1916, anno 1936;
Faustino è in piedi al centro, a dx Angelo "Secondo"
Viotti, in basso "detto Gaspì"
Ulteriori notizie sull'antica famiglia "Mafè",
da cui discende Faustino Piardi: clicca
qui e vai a Don Fabrizio Bregoli; vedi ivi genealogia
dal 1844, a partire da Maffeo PIARDI
Per Faustino Bortolo di Mafè vedi, anche SEZIONE
VOL.3 COSTUMI (Coscritti di Pezzaze classe 1916 con i
Piardi).
Per vedere il nostro Faustino vestito d'Alpino,
in gruppo con altri commilitoni,
e leggere di lui in Russia vai a Maffeo Valeriano (suo cugino)
cliccando su http://www.piardi.org/persone/p85.htm
Faustino Piardi (Pezzaze, 1916), all'età di 20 anni
Achille Piardi (Gussago, 1948), all'età di 25 anni
Pierina Gallia e Faustino Piardi Mafé nel giorno delle
Nozze
Faustino Bortolo Piardi in divisa d'Alpino (fuori ord.)
alla visita di leva del 1935 in Verona
25 Aprile 2012.
Silva FALCA, nipote di Faustino PIARDI ci invia la
"Corrispondenza di prigionia" di suo nonno, da lei
trascritta e ordinata, accompagnandola con la nota che segue:
< Caro Achille, come ti dissi tempo fa, ho fatto richiesta
per la medaglia commemorativa di prigionia per nonno Faustino.
Speravo arrivasse in tempo per il compleanno di mamma (2 maggio
2012), ma non ho ancora ricevuto notizie in merito. Ho fatto,
allora, qualcosa che penso possa interessare anche a te. Ho
ordinato e trascritto le lettere dalla prigionia di nonno.
Ce n’è anche una precedente alla cattura (era
al Brennero) e una posteriore che riassume un po’ la
situazione, ma non è datata. Dalla scrittura credo
stesse già male, ed inoltre fa un po’ di confusione
sui nomi dei campi ma prendo per buone le date che quadrano
anche con il foglio matricolare. Spero di farti cosa gradita
inviandoti il file e spero ti sia utile. Mamma lo vedrà
in copia cartacea fra qualche giorno. A presto, Silvia >.
Gennaio 2013. 70° della Campagna
di Russia – battaglia di Nikolajewka
Faustino Piardi “Miracolato” a Nikolajewka
nella Campagna di Russia del 1942-43.
Il 20 gennaio 2013, Silva FALCA, nipote di Faustino
PIARDI (1916) dei detti Mafé, SABATO 12 Gennaio 2013
a BRESCIA c/o CENTRO DOCUMENTALE - nell'ambito delle manifestazioni
a ricordo del 70° della conclusione della CAMPAGNA DI
RUSSIA (1942-43) - ha avuto la gioia di vedere inaugurata la
Mostra sulla 156^ DIVISIONE DI FANTERIA "VICENZA"
nata e sorta a Brescia nel 1942 proprio con destinazione Russia.
Silvia FALCA, figlia di Liliana PIARDI dei detti Mafé
dimoranti in VAL DI SUSA (Torino), è studiosa ricercatrice
della DIVISIONE VICENZA in Russia e per tanto tempo è
stata impegnata nella ricerca delle tracce di suo prozio (fratello
della nonna materna PIERA sposata a Faustino Piardi da Pezzaze)
ANTONIO GALLIA da Marmentino in Val Trompia rimasto sul suolo
di Russia. Soldato della Divisione Vicenza le spoglie del
quale riposano nella foresta di TAMBOV. La studiosa FALCA
ci comunica, in questo contesto, di suo nonno FAUSTINO
PIARDI, quanto segue: “” per Nonno Faustino
Piardi, miracolato a Nikolaewka, per chi è tornato
e per chi è rimasto là “”,
vedi http://www.divisionevicenza.com/sottnik
Il sottopasso di Nikolaevka
di quel 26 gennaio 1943. Che emozione camminare lì,
in quella parte di sottopasso che è rimasta com'era, con
le stesse pietre e gli stessi muri che allora raccolsero la
paura e la speranza di migliaia di soldati. Emozionante
ma anche molto diverso. E per quanto osservo l'altura verso Nikitovka,
la ferrovia, il sottopasso e poi le prime case verso il paese,
per quanto mi sembra davvero "salvezza" la
luminosità all'uscita del sottopasso, mi accorgo
di quanto sia difficile in tempi di pace capire cosa poteva
essere una battaglia di quelle dimensioni. Penso al Generale
Martinat, ferito a morte che indicava la via al giovane
fante della Vicenza che si fermò per aiutarlo. Penso
alla granata che colpì a morte un cappellano militare
e lacerò i vestiti di mio nonno senza lasciargli
nemmeno un graffio: per questo evento, tornato in patria
egli portò un quadro votivo nella chiesa di Santa Rita
a Torino. Penso al generale Reverberi, al suo incitamento
per la battaglia della salvezza. E al colonnello Salvi
che con umanità e generosità incoraggiava i
suoi a resistere. A quelle migliaia di soldati che speravano
di tornare a casa. Benché possa seguirne i possibili
percorsi con lo sguardo, tutto questo mi sembra irreale.
Ho letto molti racconti di questa guerra ed è questo
presente, questa giornata di calma e di sole che mi sembra
impossibile. S.F. 6 agosto 2011. (Silvia Falca figlia di Liliana
Piardi).
(Testo tratto dal sito http://www.divisionevicenza.com).
Piera GALLIA da Marmentino sposa di Faustino (1916)
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